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Nel 2012 abbiamo iniziato a vedere che, sulla scia della rapida crescita del cloud computing, si stava affacciando la terza generazione.

Per meglio gestire tale crescita, i grandi provider di cloud e colocation hanno sfruttato la loro influenza sul mercato per promuovere innovazioni nella progettazione dei data center che consentissero di abbandonare l'approccio Gen 2 a sostegno di uno sviluppo e crescita dell'organizzazione e di un approccio più flessibile, così da permettere di aggiungere gradualmente capacità secondo le necessità. Di fatto, hanno detto ai produttori e ai progettisti di apparecchiature per data center che volevano installare quanto loro necessario, quando più opportuno, al minor costo possibile.

Abbiamo chiamato questo fenomeno "cloud generation" e, pur rappresentando una percentuale crescente della capacità totale del settore, è una percentuale molto più piccola del numero totale di strutture. Secondo un recente studio di IHS, cloud e colocation rappresentano il 40% di tutta la superficie dei data center, ma solo il 5% del numero totale di data center. Ciò significa che il 95% dei data center oggi operativi, che rappresentano il 60% della capacità totale, non sono molto adatti, dal punto di vista delle dimensioni e dei rischi, per sfruttare la flessibilità e l'efficienza del capitale investito offerti da un data center Gen 3.

Questo ha condotto allo sviluppo del data center Gen 4, che porta i vantaggi del data center Gen 3 al resto del mercato. Quest'ultima generazione, che chiamiamo Edge2Core, è mossa dalla necessità delle aziende di integrare senza interruzioni le strutture centrali e quelle periferiche, insieme alle risorse basate su cloud e colocation, per fornire una gestione quasi in tempo reale della capacità di tutti gli asset.

Per supportare questa evoluzione sono richiesti cambiamenti sia nella gestione termica che nell'infrastruttura elettrica. Tratteremo dei requisiti di gestione termica in un post successivo, mentre qui illustriamo quattro considerazioni per il sistema di alimentazione critico a sostegno di questa evoluzione:

  • Il design dell'UPS (gruppo di continuità) può contribuire a una maggiore flessibilità ed efficienza operativa. Modelli UPS all'avanguardia, come ad esempio Liebert EXL S1, forniscono una maggiore densità di potenza, consentendo di supportare capacità superiori in un ingombro ridotto. Offrono poi un funzionamento a tre stati che consente di abbinare la modalità operativa alla qualità dell'alimentazione in ingresso per una maggiore efficienza e una scalabilità a livello di unità che riduce i costi iniziali pur mantenendo la flessibilità futura.
  • Un'altra caratteristica dei nuovi modelli di UPS è il supporto per batterie agli ioni di litio (LiB). Le batterie al piombo acido continuano a rappresentare l'anello debole in molti sistemi di alimentazione dei data center Gen 2. Oggi le LiB forniscono una soluzione per rafforzare questo anello debole. Le LIB hanno densità di energia più elevate rispetto alle batterie al piombo acido, con conseguente risparmio di peso e spazio. Possono funzionare in sicurezza anche a temperature ambiente più elevate senza deteriorarsi, risparmiando sui costi di raffreddamento. Soprattutto, possono durare fino a quattro volte più a lungo delle batterie al piombo acido, migliorando l'affidabilità e riducendo i costi di sostituzione.
  • Il terzo aspetto importante da considerare in un sistema di alimentazione è la distribuzione dell'alimentazione stessa. Le PDU più recenti supportano una maggiore flessibilità consentendo di sostituire i componenti senza togliere elettricità alla PDU. Inoltre, grazie all'integrazione della PDU nell'architettura di distribuzione dello stabilimento, i componenti ridondanti vengono eliminati, con una sistemazione più rapida, costi inferiori e ingombro ridotto.
  • Infine, esistono opportunità per evolvere l'architettura degli UPS per creare maggiore utilizzo e scalabilità. Molte aziende stanno scoprendo di poter passare da un'architettura 2N + 1 a una 2N, o da un'architettura 2N a un'architettura di riserva, e ottenere un maggiore utilizzo e una maggiore flessibilità pur mantenendo la ridondanza necessaria per raggiungere gli obiettivi di disponibilità.

I vantaggi di ogni strategia sono interessanti. Tuttavia, i manager di data center, che hanno avuto una storia di successo con data center Gen 2, nutrono giustamente un certo scetticismo verso qualsiasi cambiamento da apportare a ciò che funziona. In genere, le loro preoccupazioni rientrano in quattro categorie:

  1. I miei operatori sono a proprio agio con il nostro approccio attuale che sta assicurando la disponibilità di cui abbiamo bisogno. Come posso essere sicuro che accetteranno questi cambiamenti che possono loro sembrare radicali?
  2. Ci piacciono alcuni componenti, ma non possiamo cambiare tutto in questo momento. Devo accettare ogni strategia per ottenere i vantaggi del data center Gen 4?
  3. Nel mio data center funzionerà? Come posso adattarlo alle mie specifiche esigenze e apparecchiature?
  4. Non stiamo costruendo nessun nuovo data center. Possiamo applicarlo a un impianto esistente senza interrompere le nostre operazioni e stravolgere apparecchiature che funzionano bene?

Si tratta di domande complesse alle quali occorre rispondere in base alle specificità della situazione. Esistono tuttavia alcuni principi generali che valgono per tutti.

In primo luogo, è essenziale prendere dimestichezza con le tecnologie e le architetture prima di apportare qualsiasi cambiamento. Abbiamo visto manager di data center, che inizialmente erano scettici sulla disponibilità delle loro organizzazioni ad adottare le strategie Gen 4, valutare le tecnologie e le architetture in relazione al loro data center e diventare poi forti sostenitori del cambiamento. Ad esempio, un'organizzazione ha scoperto che il passaggio da un'architettura di UPS 2N + 1 a un'architettura 2N scalabile aveva abbattuto i costi iniziali di oltre il 30% e dimezzato i costi per kW. Con queste informazioni, il manager del data center è diventato un fervido sostenitore del cambiamento all'interno della sua organizzazione.

Quell'organizzazione, per vari motivi, non si è sentita a proprio agio con le LiB e ha scelto di continuare con le batterie VRLA. Non è necessario adottare tutte e quattro le strategie per ottenere benefici significativi. Le strategie sono complementari, ma ognuna di esse ha un proprio valore: devono essere valutate sia in modo indipendente che tutte insieme. Spesso possono essere applicate in aree industriali da riqualificare senza disagi significativi, a seconda delle apparecchiature e della configurazione della struttura esistente. Non lo si può sapere fino a quando non ci si siede con il proprio partner infrastrutturale e si esamina la fattibilità di ognuna.

La necessità di una maggiore flessibilità ed efficienza operativa è avvertita in tutte le organizzazioni ed il momento decisivo si avvicina. Il data center aziendale non sta scomparendo, ma è necessario evolvere dal modello Gen 2 per supportare meglio la crescita periferica, aumentare l'utilizzo delle risorse e l'efficienza operativa, ridurre al minimo la complessità e consentire il controllo e la gestione automatizzati. Ora è emerso un percorso chiaro per permettere agli operatori dei data center di raggiungere questi obiettivi.

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